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Tumore prostata

Risposte oggettive ai regimi di prima linea con Carboplatino - Paclitaxel nel setting neoadiuvante per il carcinoma ovarico, delle tube di Falloppio o peritoneale primitivo: studio ICON8


La chemioterapia neoadiuvante a base di Platino seguita da chirurgia primaria ritardata ( DPS ) è una strategia consolidata per le donne con tumore epiteliale all'ovaio in stadio avanzato di nuova diagnosi.
Sebbene questo approccio terapeutico sia stato convalidato in studi randomizzati di fase 3, la valutazione della risposta alla chemioterapia neoadiuvante utilizzando i criteri RECIST versione 1.1, e l'antigene tumorale 125 ( CA125 ) non è stata riportata.

Sono state descritte le risposte RECIST e GCIG ( Gynecologic Cancer InterGroup ) CA125 nelle pazienti sottoposte a chemioterapia neoadiuvante a base di Platino seguita da chirurgia primaria ritardata nello studio ICON8.

ICON8 era uno studio internazionale, multicentrico, randomizzato, di fase 3 condotto in 117 ospedali nel Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Messico, Corea del Sud e Irlanda.
Lo studio ha incluso donne di età pari o superiore a 18 anni con un ECOG performance status di 0-2, aspettativa di vita di oltre 12 settimane e una nuova diagnosi di tumore epiteliale delle ovaie, delle tube di Falloppio o del peritoneo primitivo in stadio IC-IIA FIGO ( International Federation of Gynecology and Obstetrics 1988 ), di alto grado sieroso, a cellule chiare, o qualsiasi sottotipo istologico scarsamente differenziato o di grado 3, o qualsiasi tumore epiteliale delle ovaie, delle tube di Falloppio o del peritoneo primitivo in stadio FIGO IIB-IV.

Le pazienti sono state assegnate in modo casuale a ricevere Carboplatino per via endovenosa (area sotto la curva AUC5 o AUC6 ) e Paclitaxel per via endovenosa ( 175 mg/m2 per superficie corporea ) il giorno 1 di ogni ciclo di 21 giorni ( gruppo di controllo; gruppo 1 ); Carboplatino per via endovenosa ( AUC5 o AUC6 ) il giorno 1 e Paclitaxel a dosi frazionate per via endovenosa ( 80 mg/m2 per superficie corporea ) nei giorni 1, 8 e 15 di ogni ciclo di 21 giorni ( gruppo 2 ); o Carboplatino a dosi frazionate per via endovenosa ( AUC2 ) e Paclitaxel a dosi frazionate per via endovenosa ( 80 mg/m2 per superficie corporea ) nei giorni 1, 8 e 15 di ogni ciclo di 21 giorni ( gruppo 3 ).

Il numero massimo di cicli di chemioterapia consentiti era 6. Le pazienti sono state stratificate in base al gruppo GCIG, allo stadio della malattia e ai tempi e all'esito della chirurgia citoriduttiva. Pazienti e medici conoscevano l'assegnazione di gruppo.

La programmazione della chirurgia e l'uso della chemioterapia neoadiuvante sono stati determinati dalla revisione multidisciplinare locale del caso.
In una analisi esplorativa post-hoc di ICON8, la sopravvivenza libera da progressione è stata definita come l'intervallo di tempo tra la data della valutazione radiologica del tumore nella pianificazione pre-chirurgica e la data della progressione clinica o radiologica valutata dallo sperimentatore o la morte, a seconda di quale evento si verificasse per primo.

Questa definizione è diversa dall'analisi della sopravvivenza libera da progressione primaria intent-to-treat [ ITT ] di ICON8, che definisce la sopravvivenza libera da progressione come il tempo dalla randomizzazione alla data della prima progressione clinica o radiologica o morte, a seconda di quale si verificasse per prima.

È stata anche confrontata l'entità della citoriduzione chirurgica con le risposte RECIST e GCIG CA125. Questa analisi esplorativa post-hoc ha incluso solo le donne reclutate per ICON8 destinate allla chemioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia primaria ritardata e con malattia valutabile secondo RECIST e/o GCIG CA125.

Tra il 2011 e il 2014 sono state arruolate 1.566 donne nello studio ICON8, di cui 779 ( 50% ) erano programmate per ricevere la chemioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia primaria ritardata.
Il follow-up mediano è stato di 29.5 mesi nella popolazione con chemioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia primaria ritardata.

Delle 564 donne che avevano una malattia valutabile secondo i criteri RECIST all'ingresso nello studio, 348 ( 62% ) hanno avuto una risposta completa o parziale.
Delle 727 donne valutabili secondo i criteri GCIG CA125 al momento della diagnosi, 610 ( 84% ) hanno avuto una risposta CA125.

La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 14.4 mesi ( 297 eventi ) per le pazienti con una risposta RECIST completa o parziale e di 13.3 mesi ( 171 eventi ) per quelle con malattia stabile RECIST.
La sopravvivenza mediana libera da progressione per le donne con una risposta GCIG CA125 è stata di 13.8 mesi ( 544 eventi ) e 9.7 mesi ( 111 eventi ) per quelle senza una risposta GCIG CA125.

La citoriduzione completa ( R0 ) è stata ottenuta in 187 su 335 donne ( 56% ) con una risposta completa o parziale RECIST e in 73 su 172 donne ( 42% ) con malattia stabile RECIST.
La citoriduzione completa è stata ottenuta in 290 su 576 donne ( 50% ) con una risposta GCIG CA125 e in 30 su 101 donne ( 30% ) senza una risposta GCIG CA125.

Il tasso di risposta radiologica definito da RECIST è stato inferiore a quello frequentemente riportato per le pazienti in clinica.
Le risposte RECIST e GCIG CA125 alla chemioterapia neoadiuvante per il carcinoma ovarico epiteliale non devono essere utilizzate come marcatori predittivi individuali per stratificare le pazienti che potrebbero trarre beneficio dalla chirurgia primaria ritardata, ma invece utilizzate insieme alla capacità clinica della paziente di sottoporsi a chirurgia citoriduttiva.
Alle pazienti non dovrebbe essere negato un intervento chirurgico basandosi esclusivamente sulla mancanza di una risposta RECIST o GCIG CA125. ( Xagena2021 )

Morgan RD et al, Lancet Oncology 2021; 22: 277-288

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