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Tumore prostata

Capecitabina versus il regime classico CMF come chemioterapia di prima linea per il carcinoma mammario avanzato


Uno studio ha confrontato Capecitabina ( Xeloda ) orale, somministrata in modo intermittente o continua, versus il classico regime con Ciclofosfamide, Metotrexato e Fluorouracile ( CMF ) come chemioterapia di prima linea per donne con carcinoma mammario in fase avanzata non-idonee a regimi più intensivi.

Nello studio, 323 donne idonee all’arruolamento sono state assegnate in maniera casuale a Capecitabina somministrata in modo intermittente ( 1000 mg/m2 due volte al giorno per 14 dei 21 giorni del ciclo; n=107 ) o continuo ( 650 mg/m2 due volte al giorno per 21 dei 21 giorni del ciclo; n=107 ) o al classico regime CMF ( Ciclofosfamide orale 100 mg/m2 giorni da 1 a 14 con Metotrexato per via intravenosa 40 mg/m2 e Fluorouracile 600 mg/m2 nei giorni 1 e 8 ogni 28; n=109 ).

L’end point primario era la sopravvivenza libera da progressione aggiustata per la qualità; quelli secondari includevano sopravvivenza libera da progressione, sopravvivenza generale, risposta tumorale oggettiva ed eventi avversi.

In primo luogo è stato stabilito di confrontare le somministrazioni intermittenti e continue di Capecitabina e, se in caso di similitudine ( P superiore a 0.05 ), queste somministrazioni sarebbero state combinate per il confronto versus il regime CMF.

Sopravvivenza libera da progressione aggiustata per qualità ( P=0.2 ), tasso di risposta tumorale oggettiva ( 20%; P=0.8 ) e sopravvivenza libera da progressione ( mediana, 6 mesi; hazard ratio [ HR ], 0.86; P=0.2 ) sono risultati simili in donne assegnate a Capecitabina versus regime CMF.

La sopravvivenza generale è risultata maggiore in donne assegnate a Capecitabina che in quelle assegnate a CMF ( mediana, 22 vs 18 mesi; HR=0.72; P=0.02 ).

Neutropenia febbrile, infezioni, stomatiti ed eventi avversi gravi sono risultati più comuni con il regime chemioterapico CMF; la sindrome mano-piede più comune con la Capecitabina.

In conclusione, la Capecitabina ha migliorato la sopravvivenza risultando confrontabile in termini di attività, meno tossica e più tollerabile del regime a base di Ciclofosfamide, Metotrexato e Fluorouracile.
La Capecitabina è una buone opzione di chemioterapia di prima linea per donne con tumore alla mammella in stadio avanzato non-adatte a regimi più intensi. ( Xagena2011 )

Stockler MR et al, J Clin Oncol 2011; 29: 4498-4504


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